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giovedì 28 agosto 2014

Prima tappa: Dorothy ed il magico mondo di Oz

Come prima tappa del percorso Accoglienza che ci trasporterà in un luogo magico, in cui la storia si costruisce mentre viene vissuta, presenteremo ai bambini il personaggio guida, Dorothy, e con essa analizzeremo le vicende che vengono narrate nella favola di L. Frank Baum.
I personaggi verranno presentati mediante elementi di sorpresa e costituiranno i nuclei progettuali attorno ai quali si struttureranno le Unità di Apprendimento.

Prepariamo l'elemento sorpresa facendo ritrovare in classe ai bambini una scatola (di quelle che si usano per i regali) in cui avremo messo le scarpette della strega dell'Est, decorata con un grande fiocco, sotto il quale ci sarà ben in evidenza una piccola lettera....
Prima di aprire il pacco la leggiamo....
Poi facciamo sedere i bambini comodi nel cerchio magico e cominciamo a raccontare la storia ( l' abbiamo ridotta ed adattata a causa dell'età dei nostri piccoli ascoltatori) tratta dal libro di  L. Frank Baum "Il Mago di Oz"
<< Un giorno Zio Henry, seduto sulla soglia, scrutava preoccupato il cielo più grigio del solito. Dorothy, accanto a lui, con Toto in braccio, il suo amato cagnolino, guardava il cielo, lei pure. Zia Emma stava lavando i piatti.
Poi da nord giunse improvviso il cupo ululato del vento e zio e nipote videro l'erba della prateria ondeggiare e incurvarsi. Subito dopo un altro ululato si alzò da sud e l'erba si curvò e ondeggiò in quella direzione.
Zio Henry balzò in piedi.
«Emma, sta per scatenarsi un ciclone!» gridò alla moglie. ­«Vado a vedere le bestie.»
E corse verso il recinto delle mucche e dei cavalli.
Zia Emma lasciò perdere i piatti, si affacciò alla porta. Le bastò solo un occhiata per rendersi conto del pericolo incombente. ­
«Presto, Dorothy!» ordinò. «Scendi in cantina.»
Sotto la botola che si apriva sul pavimento c'era una scala a pioli per facilitare la discesa e mettersi rapidamente in salvo. Ma Toto scelse proprio quel momento per saltar giù dalle braccia di Dorothy e rifugiarsi sotto il letto, lei gli corse dietro per riprenderlo e intanto zia Emmy, spaventatissima, già aveva aperto la botola e scendeva lungo la scala a pioli nell'angusta buca buia. Finalmente Dorothy riuscì ad afferrare Toto e stava per calarsi lei pure nel rifugio quando una folata di vento fortissima investì la casetta. Dorothy perse l'equilibrio e cadde a sedere sul pavimento.
Poi accadde qualcosa di straordinario.
La casa roteò due o tre volte su se stessa e si sollevò nell'aria come se si fosse trasformata in un pallone.
Il vento del nord e quello del sud, scontrandosi proprio in quel punto ne avevano fatto il centro del ciclone, che trasportò  la casa per miglia e miglia lontano, come se fosse una piuma.
C'era un gran buio, lassù e il vento ululava, ma a Dorothy quel viaggio sembrò ugualmente divertente. Dopo qualche scossone di assestamento e dopo essersi inclinata pericolosamente, la casa si placò dandole la sensazione di venir cullata dolcemente come un bambino nel suo lettino. Poco dopo dormiva profondamente, incurante del dondolio della casa, del rumore del vento.
Dorothy fu svegliata da un gran colpo, così forte e inatteso che, se non fosse stata sdraiata sul suo lettino morbido, avrebbe potuto farsi male. Invece, quella scossa la lasciò solo senza respiro per un momento, a chiedersi che cosa fosse successo, mentre Toto le strofinava il naso umido contro una guancia e guaiva, spaventato.
Si alzò e solo allora si rese conto che la casa non si muoveva più. Non solo, anche il buio era svanito e la luce del sole, entrando dalla finestra, illuminava gaiamente la stanza. Il ciclone aveva deposto la casetta, con una delicatezza strana per un ciclone, nel bel mezzo di un paese bellissimo. Tutto intorno c'erano immensi prati verdi con un'infinità di alberi carichi di frutta matura e profumata, ovunque sbocciavano fiori, uccelli dalle piume variopinte svolazzavano cantando tra gli alberi e i cespugli. Poco lontano, un limpido torrente scorreva tra due rive erbose con un fruscio dolce che suonava come musica alle orecchie di una bambina abituata alle aride e silenziose praterie grigie del Kansas.
Una donnina, con un mantello tempestato di stelle che luccicavano al sole come brillanti, fece qualche passo avanti e si inchinò profondamente. Il suo nome era Glinda ed era la fata del Nord.
«Sii la benvenuta, nobilissima fata, nel paese dei Munchkin» disse con una voce dolce dolce. «Ti siamo infinitamente grati perché hai ucciso la perfida Strega dell'Est liberando il nostro popolo dalla schiavitù.»
Dorothy ascoltava, sbalordita. Perché quella donnina la chiamava fata e diceva che aveva ucciso la perfida Strega dell'Est? Lei era solo un innocente bambina che il ciclone aveva trasportato per miglia e miglia lontano da casa e non aveva mai ucciso nessuno!
«Lei è molto gentile, signora, ma guardi che si sbaglia: io non ho mai ucciso nessuno.»
«La tua casa sì, però» replicò la donnina ridendo. «Il che, in fondo, è la stessa cosa. Guarda tu stessa!» E indicò l'angolo della casa. «Non vedi quei due piedi che spuntano sotto un pezzo di parete?»Si chinò, e raccolse  due scarpette argentate e le porse a Dorothy aggiungendo:
«La Strega dell'Est andava fiera delle sue scarpette d'argento e io credo che abbiano dei poteri magici; quali, però, non siamo mai riusciti a saperlo.»
Dorothy le prese, entrò in casa, e le depose sul tavolo. Poi tornò fuori e chiese:
«Vorrei tanto tornare a casa dai miei zii, chissà come sono in pena per la mia scomparsa. Per favore, mi aiutate a ritrovare la strada per il Kansas?»
«Allora devi andare alla Città di Smeraldo. Forse il Mago Oz ti aiuterà.»
«E dov'è questa città?» domandò Dorothy.Devi andarci a piedi. È un viaggio molto lungo attraverso un paese ora bellissimo, ora cupo e pauroso. Da parte mia, userò tutte le arti magiche che posseggo per tenerti lontana dai guai.» 
«Perché non viene anche lei con me?» ­implorò Dorothy che in quella donnina vedeva la sua unica amica.
«No, questo non posso farlo, piccola, ma ti darò un bacio. Vedrai che nessuno oserà nuocere a chi è stato baciato dalla Fata del Nord.»
Si avvicinò a Dorothy e la baciò lieve lieve sulla fronte: in quel punto sulla pelle apparve un'impronta rotonda e lucente. Poi disse:
«La strada per giungere alla Città di Smeraldo è lastricata di pietre gialle. Seguila e non ti smarrirai. Quando sarai al cospetto di Oz non aver paura, raccontagli la tua storia e chiedigli aiuto. Addio, bambina cara.»

Dopo la lettura coinvolgiamo i bambini iniziando una conversazione guidata per verificare che la storia sia stata compresa da tutti e apriamo la scatola.... Con le scarpette siamo pronti a raggiungere il regno di Oz!!! Ecco il link per realizzare le scarpette: Le scarpette della strega dell'Est
Concludiamo l'attività con le schede didattiche proposte:


 



lunedì 25 agosto 2014

Scarpette argentate della strega dell'Est




Per il primo incontro del progetto accoglienza di quest'anno abbiamo deciso di realizzare le scarpette della Strega dell'Ovest, che Dorothy indossa per raggiungere la città di Esmeralda senza pericoli, per stupire i bambini dopo la lettura dello stralcio del romanzo.

Per realizzarlo è semplicissimo occorre del cartoncino grigio per l'esterno delle scarpette, del cartoncino colorato per l'interno, tanti glitter argentati, colla vinilica e forbici.


martedì 19 agosto 2014