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mercoledì 30 gennaio 2013

FILASTROCCHE DI ARLECCHINO



 LA STORIA DI ARLECCHINO
L. Maraldi.

Con un saltello ed un inchino
eccomi a voi sono Arlecchino.
Son tra le maschere di Carnevale
la più festosa, la più geniale.
Il mio vestito? Fu una sorpresa,
lo cucì la mamma con poca spesa
perché potessi ben figurare
al gran ballo di Carnevale.
So far scherzetti, son biricchino,
rido alla vita come un bambino.
Saluto tutti anche a distanza
con un leggero passo di danza



IL VESTITO DI ARLECCHINO
Gianni Rodari


Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un'altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
"Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene il mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l'altro bolletta!"


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